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La terza maglia speciale Castelli non poteva che essere dedicata a Fausto Coppi, per celebrare le tappe di Novi Ligure e Pinerolo, due tappe evocative che riscoprono i luoghi chiave della vita e della carriera del Campionissimo. La terza maglia speciale va a Fausto Masnada. Ecco perché. A Novi Ligure è una giornata lugubre. Giugno è sbocciato da una decina di giorni eppure sembra che l’autunno abbia fatto irruzione, bruciando l’estate sul traguardo. Piove talmente forte che il rimbombo delle gocce che martellano le finestre riempie le case: per ascoltare la radio bisogna stare in religioso silenzio. Ricerca del segnale corretto e spasmodica attesa per il collegamento dal 32° Giro d’Italia. Una voce limpida esce dall’apparecchio, squarcia le nubi e irrompe nelle stanze: “Un uomo solo al comando. La sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi”. A Novi tutti conoscono quella voce e quel nome, perché entrambe appartengono intimamente a quel luogo: Mario Ferretti, giornalista nato a Novi Ligure ma divenuto celebre a Roma, scandisce bene le sillabe per aggiornare i radioascoltatori circa l’impresa che Fausto Coppi, nativo di Castellania ma novese di adozione, sta portando a compimento nella Cuneo-Pinerolo. È il Giro d’Italia del 1949. Il ...

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«Un uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi» Quante volte avrete sentito queste parole ormai incise nella storia, pronunciate da Mario Ferretti il 10 giugno 1949. Dopo settant’anni, ancora echeggiano nella mente di tutti gli appassionati di ciclismo, soprattutto di coloro che da bambini ebbero il privilegio di ascoltarle in diretta radiofonica Rai in quegli attimi concitati. Così il giornalista di Novi Ligure e grande amico del Campionissimo suo conterraneo decise di sintetizzare quella straordinaria impresa che si stava compiendo sulla Cuneo-Pinerolo, diciassettesima tappa del Giro d’Italia numero 32. Tutta un’altra frazione rispetto alla dodicesima di questa Corsa Rosa prevista per giovedì 23 maggio, che però ne ricorda partenza e arrivo e che si presta anch’essa a fughe da lontano. Quel celeberrimo venerdì, il freddo e la pioggia la facevano da padroni con la neve a imbiancare le vette da scalare. A indossare la maglia rosa, simbolo del primato era il velocista Adolfo Leoni, con 43” di margine su Coppi. Da scalare in programma in quegli interminabili 254 km c’erano Vars, Izoard, Maddalena, Monginevro e Sestriere prima della picchiata verso Pinerolo. E l’Airone promette battaglia sin dalla partenza, con una vera ...

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On June 6, 1988, the day after the 14th stage of the Giro d’Italia, one which crossed the mighty Gavia pass in a snowstorm to finish in Bormio, La Gazzetta dello Sport ran the headline “The Day the Big Men Cried”. Indeed it was. It was “only” a stage of 120 kilometers (75 miles) beginning in Chiesa Valmalenco, descending to the Passo dell’Aprica after 70 km, climbing 650 meters (2000 feet) to the 1181 meter summit (3700 feet) before dropping 480 meters (1500 feet) back into the valley. The next obstacle was the Passo Tonale, a long gradual climb to 1450 meters (4500 meters) that then forked northwards for the Gavia, starting at Ponte de Legno. The Gavia from this side is a staggering 17.3 kilometers long (10.8 miles) and climbs a mind-boggling 1363 meters (4200 feet) to a summit at 2621 meters (8600 feet) while averaging 7.9% grade. On the start line, the riders were met with heavy rain. But the forecast for the mountains was for much worse. At the morning meeting for the team directors, it was reported that it was snowing at the top, but the road was clear. Armed with that information, the 7-Eleven directors ...

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The second Castelli special jersey, La seconda maglia speciale Castelli, the one dedicateted to the Wine Stage Rimini-San Marino goes to the Giro d’Italia timekeepers. Almost invisible people to us, yet crucial throughout all the corsa rosa and especially during time trial stages. Here’s why we decided to award them. At the start of a time trial, every rider is surrounded. An apparent contradiction for a race that sees its primary significance in solitude. And yet there’s always a great deal of traffic in the start house. Even when he’s on the saddle, ready to dive down the ramp and begin to challenge his destiny, every rider is forced to share that moment with others. First, there’s the race official behind him who keeps him upright with a steady hand under the saddle, waiting to release his hold at the moment of the start. A single individual, one hand between whose fingers the destinies of more than 160 riders pass. Then there’s another hand, the one that appears in all the television images while marking the countdown with five fingers. Usually it’s a man seen in three-quarter view, with his back to the camera and his hand extended. In less hospitable ...

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La seconda maglia speciale Castelli, quella dedicata alla Wine Stage Rimini-San Marino va ai cronometristi del Giro d’Italia, persone quasi invisibili ma fondamentali in una tappa a cronometro e durante tutta la corsa rosa. Ecco i motivi. Alla partenza di una prova a cronometro ogni ciclista è circondato. Una condizione apparentemente innaturale, per una prova che vede nella solitudine il suo principale significato. Eppure sul podio di partenza di una cronometro c’è sempre un gran traffico. Anche quando ormai si è posizionato in sella, pronto a lanciarsi giù dalla rampa e cominciare la sfida al proprio destino, ciascun corridore è obbligato a condividere quel momento con qualcun altro. C’è tanto per cominciare un commissario di gara alle sue spalle che lo tiene in equilibrio, mano salda sotto la sella, aspettando di lasciare la presa al momento del via. Un individuo unico, una mano tra le cui dita passano i destini di oltre 160 corridori. Poi c’è anche un’altra mano, quella che fa capolino in tutte le immagini televisive mentre scandisce il conto alla rovescia con le dita. Di solito è un uomo che compare a tre quarti, spalle alla telecamera e mano ben distesa. In altre occasioni meno ospitali, come ...

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