[ITA] Un uomo solo è al comando
«Un uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi»
Quante volte avrete sentito queste parole ormai incise nella storia, pronunciate da Mario Ferretti il 10 giugno 1949. Dopo settant’anni, ancora echeggiano nella mente di tutti gli appassionati di ciclismo, soprattutto di coloro che da bambini ebbero il privilegio di ascoltarle in diretta radiofonica Rai in quegli attimi concitati. Così il giornalista di Novi Ligure e grande amico del Campionissimo suo conterraneo decise di sintetizzare quella straordinaria impresa che si stava compiendo sulla Cuneo-Pinerolo, diciassettesima tappa del Giro d’Italia numero 32.
Tutta un’altra frazione rispetto alla dodicesima di questa Corsa Rosa prevista per giovedì 23 maggio, che però ne ricorda partenza e arrivo e che si presta anch’essa a fughe da lontano. Quel celeberrimo venerdì, il freddo e la pioggia la facevano da padroni con la neve a imbiancare le vette da scalare. A indossare la maglia rosa, simbolo del primato era il velocista Adolfo Leoni, con 43” di margine su Coppi. Da scalare in programma in quegli interminabili 254 km c’erano Vars, Izoard, Maddalena, Monginevro e Sestriere prima della picchiata verso Pinerolo.
E l’Airone promette battaglia sin dalla partenza, con una vera e propria dichiarazione di guerra su due ruote. Quando gli viene chiesto cosa preparare per i suoi gregari, risponde: «Pane, salame e lanternino». Il messaggio è chiaro, loro non dovranno lavorare ma dovranno solo preoccuparsi di non arrivare troppo tardi.
La miccia si accende già a 192 km dall’arrivo, quando attacca lo scalatore toscano Primo Volpi. Coppi ha un problema con la catena, ma il suo fido gregario Sandrino Carrea lo assiste, aiutandolo a sistemare in breve tempo il problema meccanico. Il Campionissimo perde terreno dal rivale di mille battaglie Gino Bartali ma non li lascia perdere d’animo, lo raggiunge e lo stacca. Comincia così la cavalcata solitaria dell’Airone, scandita dalle celeberrime frasi di Ferretti e il resto è storia. Coppi, a dispetto anche di qualche foratura, taglierà il traguardo di Pinerolo con 11’52” su Bartali e 19’14” su Alfredo Martini, poi storico ct della Nazionale azzurra.
Un’impresa titanica che per il mitico Fausto spalancò le porte per la conquista del terzo dei cinque Giri d’Italia in carriera, ma soprattutto della leggenda, per una giornata che nessuno si sarebbe mai scordato. Quell’anno poi, il Campionissimo avrebbe firmato il bis giallo, per un’accoppiata Giro-Tour da annali, che avrebbe poi ripetuto nel 1952.
Testi: Alberto Dolfin, Immagini: Castelli Archive