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There are many types of events that you can participate in with a road bike. There are granfondos, sportives, 24-hour team races, randonnées and many other formulas. The only limit is the organizers’ imagination. Then there’s the Maratona dles Dolomites, which, to call it a granfondo is, at the very least, reductive. Like describing Chris Froome as an ordinary bike messenger. (By the way, Chris, recover quickly! We’re eager to see you out on the bike again.) The Maratona dles Dolomites is a granfondo just because it somehow had to be placed somewhere. Due to the distance and the fact that there’s a ranking, it’s been put in that category. But there’s much more to it, and the competitive element is probably the least important of all the aspects to be experienced during this event. The atmosphere, the incredible scenery, the roads closed to traffic from the first to the last participant, and the hospitality of Alta Badia are the actors, with the mountains and the climbs playing the leading roles in an Oscar-deserving script that every cyclist should take part at least once in their life. A film like the Maratona has a perfect plot, with a mixture of ...

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Carmine Castellano is eighty-two years old, and he has dedicated thirty of those years to the Giro d’Italia. He followed the corsa rosa every year from 1976 to 2005 and served as race director 17 times. For eleven months of the year he acted as a kind of explorer: Castellano was always looking for new things. He browsed road atlases, consulted friends and experts, and traveled. His goal every year was to find something that would add novelty, anticipation or debate to the Giro. Or even just “a little spice,” as he says. Bringing the Giro d’Italia caravan to new and never-visited places is not easy, especially because, as Castellano explains, “the Giro is polite and does not enter others’ homes without being invited.” But sometimes the invitations came as a result of what were essentially chance meetings. In 1988, a few weeks after the famous Giro d’Italia passage over the Gavia Pass in the middle of a snowstorm, the lawyer Castellano was at dinner in a hotel in Sondrio. The second edition of the Trofeo dello Scalatore had just finished. “Two friends came to me,” recalls the former director of the Giro. “One of the two was Mario Cotelli, ...

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Epic Climbs, Giro d'Italia, nothing -

Carmine Castellano ha ottantadue anni e trenta di essi li ha dedicati al Giro d’Italia. Ha seguito la Corsa Rosa ininterrottamente dal 1976 al 2005; per 17 volte ne è stato il responsabile organizzativo. Per undici mesi l’anno agiva come una specie di esploratore: Castellano era alla continua ricerca di novità. Sfogliava atlanti, consultava amici ed esperti, viaggiava. Il suo obiettivo era cercare ogni anno qualcosa che aggiungesse al Giro curiosità, attesa, discussioni. O anche solo “un po’ di pepe”, come lo definisce lui. Portare il carrozzone del Giro d’Italia in luoghi nuovi e mai battuti prima non è una sfida semplice, soprattutto perché – come spiega Castellano – “il Giro è una persona educata, e non va in casa d’altri senza essere invitato”. Qualche volta invece capita che gli inviti arrivino sotto forma di incontri piuttosto casuali. Nel 1988, qualche settimana dopo il celeberrimo passaggio del Giro d’Italia sul Passo Gavia nel mezzo di una tempesta di neve, l’avvocato Castellano era a cena in un albergo di Sondrio. Si era appena concluso la seconda edizione del Trofeo dello Scalatore. “Vennero da me due amici”, ricorda l’ex-direttore del Giro. “Uno dei due era Mario Cotelli, commissario tecnico della nazionale italiana ...

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Epic Climbs, Giro d'Italia, nothing -

Una salita così bella da stregare persino…Leonardo Di Caprio. Non è un caso che lo scorso inverno la star del cinema abbia scelto di postare su Instagram proprio una foto del Colle del Nivolet per sensibilizzare le sue decine di milioni di followers sui problemi ambientali del nostro pianeta. Probabilmente, Nibali, Roglic, Yates, Hart e compagnia non avranno tempo di godersi le bellezze che li circondano mentre si arrampicheranno in sella alla loro bicicletta fino al Lago Serrù, ma magari butteranno giù l’occhio una volta terminata una tappa che sarà sicuramente cruciale per la corsa alla Maglia Rosa. Per la prima volta nella storia, il Giro d’Italia affronterà questa scalata, con i suoi tornanti affascinanti, che da Noasca (1051 metri di altitudine) sale per 1196 metri di dislivello fino ai 2247 dove sarà posizionato il traguardo della tredicesima frazione. Non sarà un’ascesa impossibile (20,3 km con pendenza media del 5,9%), ma le fatiche di giornata con Colle del Lys (affrontato dal versante opposto rispetto all’anno passato, 14,9 km con media del 6,4%) e soprattutto Pian del Lupo (9,4 km al 8,7% di media) si faranno certamente sentire nelle gambe dei corridori. I primi km del Nivolet non presentano pendenze proibitive, ...

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«Un uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi» Quante volte avrete sentito queste parole ormai incise nella storia, pronunciate da Mario Ferretti il 10 giugno 1949. Dopo settant’anni, ancora echeggiano nella mente di tutti gli appassionati di ciclismo, soprattutto di coloro che da bambini ebbero il privilegio di ascoltarle in diretta radiofonica Rai in quegli attimi concitati. Così il giornalista di Novi Ligure e grande amico del Campionissimo suo conterraneo decise di sintetizzare quella straordinaria impresa che si stava compiendo sulla Cuneo-Pinerolo, diciassettesima tappa del Giro d’Italia numero 32. Tutta un’altra frazione rispetto alla dodicesima di questa Corsa Rosa prevista per giovedì 23 maggio, che però ne ricorda partenza e arrivo e che si presta anch’essa a fughe da lontano. Quel celeberrimo venerdì, il freddo e la pioggia la facevano da padroni con la neve a imbiancare le vette da scalare. A indossare la maglia rosa, simbolo del primato era il velocista Adolfo Leoni, con 43” di margine su Coppi. Da scalare in programma in quegli interminabili 254 km c’erano Vars, Izoard, Maddalena, Monginevro e Sestriere prima della picchiata verso Pinerolo. E l’Airone promette battaglia sin dalla partenza, con una vera ...

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