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[ita] L’Amore infinito è anche quello del Giro – Verona la città degli innamorati

Pensi a Verona e subito la associ agli innamorati. E l’amore infinito è anche quello del Giro d’Italia per la città veneta famosa per Romeo e Giulietta, che per la quarta volta chiuderà le tre settimane di passione rosa che hanno pervaso tutto il Belpaese. Non sarà una tappa banale perché si correrà contro il tempo, come avvenne per la prima volta nel 1981, quando il norvegese Knut Knudsen fu il vincitore di giornata, mentre le grandi celebrazioni furono tutte per Giovanni Battaglin che, dopo aver trionfato il 10 maggio alla Vuelta di Spagna, il 7 giugno si aggiudicò il secondo Grande Giro consecutivo in poche settimane. Dopo quella magica primavera, il veneto non riuscì mai più a salire sul podio in nessuna delle tre corse a tappe più celebri.

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Un finale thrilling ci fu, invece, nel 1984, con l’Arena di Verona che esplose per la splendida rimonta di Francesco Moser. Sul suo bolide con le ruote lenticolari, il fuoriclasse trentino riuscì a recuperare tutto lo svantaggio che lo separava dal tenace Laurent Fignon (stroncato nel 2010 da un tumore al pancreas) e a rifilargli altri 63 secondi (1’03”), conquistando quello che sarebbe stato il suo unico Giro d’Italia.

Nella marea rosa che acclamava il campione trentino c’era anche un giovanissimo Ivan Basso. Nemmeno lui si sarebbe aspettato che nella stessa cornice, 26 anni dopo, avrebbe festeggiato il suo secondo alloro rosa dopo quello del 2006. Dopo la lunga squalifica a causa del coinvolgimento nell’Operacion Puerto, il varesino trovò il coraggio di ammettere le proprie colpe, ripartì da zero e ritornò sul trono del Giro d’Italia dimostrando la sua grande tenacia. La passerella di Verona e l’abbraccio della sua famiglia, lo ripagarono dei tanti mesi bui per ritrovare la luce.

La tappa odierna prevede 17 km, per gran parte sul circuito delle Torricelle che nel 2004 fu teatro delle fatiche iridate. Una sola asperità a metà percorso, di 4,5 km con pendenza media del 6% e punte del 9%. In quell’occasione, Nibali colse il bronzo Under 23 a cronometro, mentre stavolta, salvo clamorosi colpi di scena, festeggerà la piazza d’onore (sesto podio in carriera nella Corsa Rosa, undicesimo nei Grandi Giri) alle spalle del trionfatore che arriva dall’Ecuador. Tutti gli applausi saranno, infatti, per Richard Carapaz che, dopo il quarto posto della scorsa edizione, si prepara al primo storico trionfo per il suo paese, il secondo di un sudamericano al Giro dopo quello di Nairo Quintana (2014).

Testi: Alberto Dolfin
 Immagini: Archivio Castelli  


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