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[Race Insider] Campionato italiano Enduro: o la va o la spacca!

Certe gare vanno affrontate così, non ci sono punti o calcoli da fare perchè non conta nessun risultato se non la vittoria, e una di queste gare sono i campionati italiani. Una gara “secca” molto sentita nel ciclismo che assegna la maglia tricolore ai campioni di specialità e di categoria, Sono venuto qui motivato per giocarmela con i miei avversari di categoria e l’approccio quindi è stato questo: “O la va o la spacca”, ma per farla andare bisogna essere molto bravi e avere anche un po’ di fortuna.

Santa Margherita è la località designata per ospitare questi ottavi campionati italiani di enduro. Dalla ricognizione fatta in precedenza avevo capito che i sentieri che scendono dal promontorio di Portofino hanno un ottimo mix di parti pedalate, flow, sezioni tecniche e rocciose. Il giusto compromesso (a mio avviso) per una gara di enduro che si compone di quattro prove speciali con risalite tutte pedalate e di una breve urban cittadina.

Il meteo invece non faceva presagire di certo un clima estivo, con continui piovaschi e schiarite. Dai paddock si vedevano i bagnanti sulle barche che non sapevano se aprire l’asciugamano o l’ombrello, e io che come al solito non sapevo se mettere la gomma da asciutto o da fango.

Il risveglio pre gara è stato molto “umido” con una fine pioggia e la nebbia che copriva il monte di Portofino mischiandosi con il mare. Pochi minuti prima della partenza ho scelto di mettere una gomma da fango, anche se il terreno qui è molto insidioso: ci sono sezioni di roccia che sembrano sapone mentre la terra rossa si asciuga subito, basta un po’ di sole e vento e cambia tutto.

Salendo verso le ps 1, la prova più fisica e pedalata (e anche la più scivolosa), cerco di scaldarmi al meglio facendo anche qualche scatto perchè su questa ps  bisogna entrare subito in gara, trovare il giusto ritmo e dare il massimo.

Appena partito spingo subito sull’acceleratore ma alla prima curva rischio un “lungo”. Cavolo se si scivola, il terreno è diversissimo dalle prove. Arriva la parte pedalata e cerco di forzare pedalando forte senza risparmiarmi, ma quando “tiri” così forte la lucidità un po’ cala e l’errore è dietro l’angolo.

E infatti in una controtendenza scivolo e cado! Mi rialzo al volo e riparto. La caduta non ha avuto conseguenze se non sulla testa, so di aver perso tempo e cerco di recuperare ma rischio un’altra scivolata, non ci siamo non ho l’equilibrio giusto per poter spingere e termino la prova cercando solo di non cadere ancora.

La gara è in salita, sono terzo dopo questa prova ma già staccato dal primo di parecchi secondi. Si risale veloce verso la seconda prova, River Rocks, mai un nome più azzeccato, e non ho scelta: devo rischiare per recuperare qualcosa!

Parto bene,  mi sembra di aver recuperato un po’ di fiducia e di feeling con la bici, finita la prima parte di sponde il trail si immette in un traverso veloce con qualche radice, entro forte facendo la stessa linea di quando giravo in prova ma… Boom! Scivolo via in stile MotoGP e in 0 secondi mi ritrovo per terra con la bici accartocciata giù dal sentiero.

Mi rialzo, recupero la bici cercando di capire se è tutto ok, non sento male da nessuna parte, dovrei essere tutto intero. Riparto ripetendomi in testa che oggi è scivoloso e che queste sono cose che capitano anche agli altri, ma non ci credo molto e faccio fatica a ritrovare il ritmo anche perchè sono già dentro al “River Rocks” e rimbalzo da una parte all’altra in mezzo alle rocce mai così scivolose.

Termino il sentiero e vado verso il controllo orario, dove vedo che sono finito quinto, non è la posizione che mi interessa ma il distacco dal primo. Sono distante, è normale con due cadute, mangio qualcosa, lavo la bici dal fango e riparto. Cerco di motivarmi perchè mancano ancora tre ps e la gara non è finita sino al traguardo! Come abbiamo visto a Calestano i colpi di scena sono frequenti nell’enduro. Mulino è la ps3, il terreno si è asciugato e riesco finalmente a guidare come mi piace. Finisco la prova senza errori e sono lì davanti, purtroppo però la ps è corta e non mi consente un gran recupero in termini di secondi ma la lotta per il podio è ancora aperta.

Ora c’è l’ultima prova, la ps4, in prova mi piaceva molto ed è anche bella lunga quindi è davvero l’ultima occasione per recuperare “O la va o la Spacca” !

3…2…1… Crack!!! Mentre spingo sui pedali per partire mi si spezza il manubrio. Nooo gara finita e di fronte agli sguardi increduli di chi era vicino a me in partenza me ne torno ai Paddock con il manubrio rotto a metà.

C’è poco da dire o da fare i manubri in carbonio possono spezzarsi, non mi era mai successo ed è stata una sensazione davvero brutta, probabilmente la caduta in ps2 lo aveva danneggiato e non me ne sono accorto, o magari era già venato. Di certo si è spaccato nel momento giusto, un incidente così in discesa poteva costarmi anche un giro all’ospedale. Quindi va bene così vediamola come “La fortuna nella sfortuna”, mi rifarò nella prossima gara a Canazei!

Vince questo combattutissimo campionato Italiano Alex Lupato per soli 0,5 secondi ( su 19 minuti di gara ) su Nicola Casadei. Facciamo ad entrambi i nostri complimenti per l’ottima gara.

Alex Lupato vince per la quarta volta la maglia tricolore salendo sul podio insieme al fratello Denny. Quarto classificato Matteo Raimondi e quindi Matteo Berta.

Qui trovate le classifiche finali

E questo è il bellissimo podio di gruppo con tutti i vincitori di categoria e gli organizzatori.

Si ringrazia FBA Fotografia e PHOTOTEAM per le foto utilizzate per l’articolo.


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